Gli analisti riportano erroneamente che la privativa sul tabacco fu inventata in Francia da Colbert.
Prove inconfutabili dimostrano invece che fu Papa Alessandro VII ad inventare la tassa sul tabacco. Il Monopolio del tabacco in Francia fu introdotto tra il 1661, anno in cui venne chiamato al Ministero delle Fianze il Colbert, ed il 1674 in cui si sa per certo che venno regolamentate le tabaccherie.
A Roma la privativa sul tabacco fu introdotta da Papa Alessandro VII Chigi con i chirografi del 21 agosto e del 15 dicembre 1655, provvedimenti che rappresentano un vero record del mondo.
L’uso che si fece all’inizio del tabacco (allo stato verde, essiccato, polverizzato) fu a scopo di medicamento per numerossimi mali, ragion per cui divenne dominio dei farmacisti. Il suo impiego come prodotto voluttuario è successivo. Dapprima venne adoperato per fiuto, sotto forma di polvere anche aromatizzata da aspirare nelle cavità nasali, ed a tale tipo di consumo dettero un contributo notevole le dame della buona società.
Il fumarlo provenne dall’ Inghilterra nel 1590 e fece proseliti, specie nel popolino e tra i soldati, cosicchè la configurazione sociale del “vizio” si presentò diversa da quanto si sarebbe indotti a ritenere. L’uso del tabacco ben presto degenerò in abuso e determinò la reazione dei medici che denunciarono i danni che arrecava all’organismo.
Ciò indusse Papa Urbano VIII a condannare coloro che aspiravano il tabacco in chiesa. Ma i governanti dell’epoca compresero che il tabacco poteva costituire una fonte d’entrate per le pubbliche finanze per cui, con il pretesto della tutela della salute, istituirono i primi vincoli fiscali esercitati a mezzo di appalti a privati o di monopoli da gestitre direttamente.
Fonte: “La voce del tabaccaio” del 29/04/2010