Tratto da “Torino di caffè in caffè passando da Nietzsche e Brigitte Bardot” di Franca Cassine – La Stampa 07/08/2013
La città è straordinariamente ricca di locali storici. Dove ogni tavolino ha aneddoti e personaggi da svelare.
Sono tanti i fili che si possono seguire per andare alla scoperta di Torino, uno dei più affascinanti è quello dei suoi caffè storici.
Da Crispi a Gramsci
Il viaggio comincia dal “salotto buono” della città, piazza San Carlo, dove se ne affacciano ben quattro. Il più anziano è nato nel 1822, è il “San Carlo” (al numero 156 aperto tutti i giorni dalle 8 alle 24). Era già un punto di riferimento cittadino nel Risorgimento quando ci si incontravano D’Azeglio, Cavour, Lamarmora, Rattazzi e Giolitti. Sempre qui Crispi convinse la Sinistra a intervenire in Africa, Gramsci ebbe l’idea di fondare “L’Ordine Nuovo”, Alexandre Dumas vi gustò il “bicerin” e fu il primo caffè italiano ad adottare l’illuminazione a gas.
Le caramelle storiche
Al civico 191 c’è la confetteria e pasticceria “Stratta” risalente al 1836 che, grazie alle sue caramelle, diventò fornitrice ufficiale della Real Casa Savoia che la premiò con numerose onorificenze (giorno di riposo settimanale il lunedì, dalle 8 alle 20, il sabato e domenica dalle 9.30).
Qui passò la Bardot
Il “Torino” (al numero 204, orari dalle 7.30 alle 24), inaugurato nel 1903, negli anni 50 conobbe la massima notorietà con frequentazioni quali Ava Gardner, Brigitte Bardot ed Erminio Macario.
Mascagni e Gozzano
Spostandosi in piazza Castello 27 si arriva da «Baratti&Milano», fondato nel 1858 in via Dora Grossa (l’attuale via Garibaldi) e trasferitosi poi nel 1875 in Galleria Subalpina (giorno di riposo settimanale il lunedì, orari dalle 8 alle 20). Ai suoi tavolini vi soggiornò Guido Gozzano che vi compose uno scherzo in rima su donne e dolcezze, mentre il musicista Pietro Mascagni rinfrancava corpo e intelletto.
La casa del tramezzino
Poco più avanti c’è «Mulassano» (al numero 9 di piazza Castello, orari dalle 7,30 alle 24), un piccolo gioiellino del 1907 dove fu inventato il tramezzino. Frequentato dai notabili di Casa Reale fu luogo di passaggio degli artisti ospiti del vicino Teatro Regio quali anche Maria Callas.
Il gelato di Nietzsche
Percorrendo via Po al civico 8 c’è «Fiorio» datato 1780 (con orario dalle 8 all’1). Carlo Alberto ogni mattina, prima di dedicarsi alle questioni di Stato, chiedeva sempre cosa si era detto tra le sue mura, e tra i suoi clienti più assidui anche Nietzsche che amava gustarsi i suoi gelati. Arrivati al 5 di piazza Vittorio Veneto ecco «Elena», nelle cui salette era possibile vedere, tra i tanti, Cesare Pavese intento nella lettura e a scrivere appunti (orario dalle 7,30 all’1).
Le letture di Einaudi
«Platti» (1875) nei suoi locali in stile Liberty di corso Vittorio Emanuele II 72, ha visto passare la storia della città e tra i suoi fedelissimi anche Luigi Einaudi che vi trascorreva del tempo a leggere (orari dalle 7,30 alle 21). Dal 1999 ospita nelle vetrine alcuni pezzi della collezione del Museo della Marionetta che cambiano ogni mese.